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venerdì 8 ottobre 2010

Berlusconi e la tentazione Cina: dimmi con chi vai...

Ci siamo. Mancava un tassello.

Ci chiedevamo tutti quando sarebbe arrivato il momento in cui avremmo potuto aggiungere al mosaico la tessera mancante.

Il momento è arrivato.

Siamo in grado, da ieri, di dire, dopo la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi, a quale altro governo si ispirano i principi politici del nostro Premier, Silvio Berlusconi

Ce lo ha rivelato lui stesso, dichiarando:
"I governanti cinesi, come noi, sono fautori della politica del fare e preferiscono affrontare e risolvere problemi piuttosto che irrigidirsi su questioni di principio. Come noi preferiscono la politica dello sviluppo, dell'armonia e della sicurezza" e sanno "mettere sul tavolo il buonsenso e cercare l'accordo con tutti".

La dichiarazione è stata resa dal Presidente del Consiglio durante l'inaugurazione tenuta ieri, a Roma, dell'anno della cultura cinese in Italia (fonte Ansa).

A riprova delle parole di Berlusconi, ecco alcuni esecutori del governo cinese fautore della politica del fare:

Esecutori del governo cinese all'opera

Dal rapporto 2010 di Amnesty International sulla Cina, del resto, risulta che la Cina è molto più avanti di noi.

GIUSTIZIA: altro che processo breve. La Cina è talmente futuristica che il processo, molte volte, non si fa nemmeno. Si passa direttamente al giudizio (specie nel caso della detenzione). Per la serie: almeno c'è la certezza della pena. Capitale.

SICUREZZA: è tutelata da ferree norme, naturalmente a tutela del cittadino. Si va da un'attenta e meticolosa censura di Internet,  alla repressione sistematica di qualunque forma di protesta ingiustificata alla ricerca di quell'armonia di cui ha parlato il nostro Premier.

FAMIGLIA: la Cina ha già risolto il problema del quoziente familiare. La soluzione si chiama Legge sulla pianificazione familiare e della popolazione, in vigore dal 2002. Ogni famiglia può avere al massimo 1 figlio. Se non la si rispetta? Si può essere sterilizzati d'ufficio (la campagna di sterilizzazione è già partita, nell'aprile scorso). Una politica di buonsenso, appunto, come è stato detto ieri da Berlusconi.

FISCO: anche qui, abbiamo solo da imparare. Leggete qua:
 "In tema di finanza, per esempio, mentre le capitali europee lanciano l’idea della global bank tax, Pechino risponde offrendo ai banchieri ricchi bonus, sconti e, ultima newentry, rimborsi fiscali milionari. Risultato, mentre Londra, Parigi, Berlino e, in parte, Washington sembrano ripudiare l’alta finanza, Pechino si propone a banchieri, executive e super-manager in fuga dai mercati occidentali intossicati da imposte e tasse come sorta di nuovo Eldorado della finanza [...] Dunque, le Isole Cayman, Londra, Wall Street e il Liechtenstein, un tempo paradisi fiscali ricercati da banchieri ed executive extra-large, per la taglia dei capitali e dei fondi gestiti, oggi rischiano di non reggere alla sfida lanciata dalla Cina" (da Stefano Latini, su Limes)
Chiaro? La Cina è il nuovo paradiso fiscale. Sarà sfuggito al nostro Premier questo piccolo particolare?

Altro terreno su cui dobbiamo fare ancora molto - ma siamo sulla buona strada - è la LIBERTA' DI STAMPA. 

Secondo Freedom House (rapporto 2010) l'Italia è colorata di giallo, e dunque è "parzialmente libera". Il nostro obiettivo per  il 2011 è essere colorati d'azzurro (il colore del PdL), che nella mappa segnala le nazioni considerate "non libere".
Feltrusti (cioè il duo Feltri-Sallusti) e Belpietro sono stati avvisati agli inizi dell'estate e stanno provando a bruciare le tappe della scalata (dall'affaire Fini a quello di questi giorni della Marcegaglia).
La prima tappa sarà uguagliare la Russia del fraterno Putin (leggendo la classifica al contrario, 22ma delle maglie nere); poi tenteremo di raggiungere la Cina (16ma peggiore), per provare ad arrivare entro la fine della legislatura all'amica Libia (4a assoluta delle nazioni non libere).

Ce la faremo? Chissà.

Più si va avanti, comunque, più me ne convinco: in Italia, il vero "comunista" (nella accezione illiberale cui lui stesso rimanda) è proprio Silvio Berlusconi.

E in ogni caso le parole del Premier, al solito, sono sempre definitive.

Sulla Cina, infatti, è proprio come ha detto lui: come testimoniato da quest'altra immagine, non sono certo i governanti cinesi ad irrigidirsi su questioni di principio:


[Forse potrebbe interessarti: L'olocausto? Non c'è stato. Il negazionismo del Prof. Claudio Moffa.]

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3 commenti:

  1. L'articolo è molto interesante e direi che rende molto vivida una realtà che a volte sottovalutiamo nel vivere quotidiano. Direi, per sintetizzare, che la situazione è molto fluida .anzi melmosa.
    Sarei curioso di sapere quale è il paese al 1° posto della classifica nera..

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  2. Grazie per il quesito, che mi dà l'opportunità di approfondire ulteriormente!

    Ecco pertanto il podio nero:

    1) Nord Corea
    2) Turkmenistan
    3) Birmania.

    LB

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  3. Feltrusti: "Non ho peli sulla lingua". E' la prova che il Berlusca si fa la ceretta al culo!

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